Ingaggia una caparbia battaglia all’interno dell’amministrazione comunale, e nel 2006 il Comune si fa assegnare il bene. «Molti non erano d’accordo – ricorda Paolini -, obiettavano che ci volevano tanti soldi, che ci potessero essere delle vendette. Riuscii a portare consiglieri e assessori dalla mia parte, dicendo: che senso ha per una amministrazione pubblica, non avere il coraggio di affrontare certe problemi, di non di prendere il testimone di quanti erano morti nella lotta alla mafia».
Dovrebbe essere la svolta, e invece per quattro anni il bene viene abbandonato alla sua sorte. I parenti di Ruggero Cantone continuano ad entrare indisturbati nella loro ex proprietà, mentre un assessore pensa bene di accaparrarsi una parte dei terreni, senza versare corrispettivi al Comune. E’ in questi anni, che più di sessanta vecchi ulivi vengono venduti, dopo una transazione che rimarrà un mistero. Nel 2010, intanto Paolini, che nel frattempo si era dimesso, ritorna in comune questa volta da sindaco. Read more