Giardino della Memoria

olivo_piantaGli olivi sono piante resistenti, che vivono a lungo, e che hanno caratterizzato la storia del Mediterraneo. A queste piante abbiamo deciso di affidare la Memoria, in un paese dove la memoria è spesso labile.

L’iniziativa è nata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati, sottosezione di Pesaro. Abbiamo iniziato nel 2011, piantando un olivo in memoria di Carlo Spitoni, un Sovrintendente della Polizia di Stato che ha partecipato alle indagini che hanno portato alla confisca del bene, e che è scomparso poco dopo a causa di una grave malattia.

Da lì è nata l’idea di proseguire, facendo crescere l’oliveto, radicando la memoria delle vittime innocenti delle mafie.

2011 – Carlo Spitoni
2012 – Guido Galli
2014 – Attilio Romanò

 

Ma c’è anche un altro motivo per cui nascerà questo oliveto. Quando lo Stato ha affidato al Comune di Isola del Piano il bene confiscato, sul terreno c’erano 70-80 olivi adulti e produttivi, di un valore che potrebbe aggirarsi tra i 500 e gli 800 euro ciascuno. Ma questi olivi sono misteriosamente scomparsi senza che l’amministrazione comunale di allora abbia nemmeno denunciato il fatto.

In paese girano storie su chi sia stato l’autore del furto. Ci piacerebbe mettere insieme testimonianze per presentare una denuncia, ma per ora nessuno ha dato la sua disponibilità. Sta di fatto che rubare beni su un bene confiscato alla criminalità organizzata e destinato a progetti sociali a favore della collettività rappresenta un atto di profonda inciviltà.

Per dare un segnale su questa vicenda, nel novembre 2013 abbiamo organizzato due bellissime giornate di volontariato durante le quali sono stati ripiantati 40 giovani olivi.

Ti invitiamo a leggere qui i racconti di quelle giornate.

Ma poche settimana dopo gli olivi erano nuovamente stati rubati. Scomparsi nel nulla da un giorni all’altro.

Qui puoi leggere le nostre considerazioni sul nuovo furto.

L’antimafia sociale non si arrende e non si scoraggia. Se sono scomparsi 40 olivi ne piantiamo 50, poi 100 e altri ancora. E quegli olivi non saranno solo piante, ma custodi di storie e vicende da raccontare a quanti verranno alla Fattoria.

L’oliveto si chiama “Giardino della memoria”, e crescerà nel tempo anche con il sostegno della comunità e di quanti vorranno sentirsi parte del progetto. Così abbiamo coniato gli “OliB.O.T.”, che altro non sono che una forma di sottoscrizione alla quale chiunque può partecipare.